La città di Arezzo, posta alla confluenza di quattro valli (Valdichiana, Valtiberina, Casentino, Valdarno), fu un grande centro etrusco e romano. Il Museo Archeologico, situato in un ex monastero olivetano, costruito su una parte dell’Anfiteatro romano ne conserva molte testimonianze. Fu Guido Tarlati, vescovo aretino nella prima metà del XIV secolo, a trasformare la città di Arezzo in un grande centro culturale e d’arte. Nel 1304 vi nacque Francesco Petrarca. Alla fine del Trecento Arezzo passò sotto il controllo di Firenze e poi dei Medici fino alla metà del Settecento.
La città offre innumerevoli capolavori d’arte: dalla pieve romanica di Santa Maria alla Cattedrale gotica, alle chiese medievali di San Domenico e di San Francesco (nella prima Cimabue lasciò la sua opera giovanile, la Crocifissione, nella seconda Piero della Francesca dipinse il ciclo di affreschi "la Leggenda della Vera Croce", straordinario capolavoro del genio del Rinascimento, una sinfonia di forme e colori magistralmente accordata dal grande maestro).
I palazzi medievali come il Palazzo Comunale e il Palazzo Pretorio, il Palazzo della Fraternità e poi le Logge rinascimentali disegnate da Giorgio Vasari, la Casa-Museo dell’artista e la Fortezza Medicea lasciano percorrere secoli di storia e di cultura. La musica come cultura, note antiche e note moderne risuonano in armonia ad Arezzo in occasione del Concorso Polifonico Internazionale “Guido d’Arezzo”.
Piazza Grande con le sue case-torri è la scenografia della Fiera Antiquaria, la più antica e la più famosa che ha luogo la prima domenica del mese e il sabato che la precede e della Giostra del Saracino, torneo cavalleresco che si svolge a Giugno e Settembre. Altri musei della città custodiscono pregevoli opere d’arte: il Museo Statale d’Arte Medievale e Moderna, la Casa Museo di Ivan Bruschi, il Museo Diocesano e il Museo Civico d’Arte Moderna e Contemporanea. L’oreficeria e l’antiquariato sono tra le attività economiche principali della città. L’enogastronomia offre piatti semplici: crostini neri, minestra di pane, zuppa del Tarlati, il gattò (dolce tipico), tutto accompagnato dai vini dei Colli Aretini e da un ottimo vinsanto. Per non dimenticare le numerose D.o.p. locali come il pregiatissimo fagiolo zolfino o la patata di cetica così come il prosciutto del Pratomagno o l’abbucciato aretino, formaggio unico prodotto già dai monaci camaldolesi nell' XI sec.
L’enogastronomia offre piatti semplici: crostini neri, minestra di pane, zuppa del Tarlati, il gattò (dolce tipico), tutto accompagnato dai vini dei Colli Aretini e da un ottimo vinsanto. Per non dimenticare le numerose D.o.p. locali come il pregiatissimo fagiolo zolfino o la patata di cetica così come il prosciutto del Pratomagno o l’abbucciato aretino, formaggio unico prodotto già dai monaci camaldolesi nell' XI sec.